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Il piano pelvico ed il Metodo Pilates.

I muscoli del piano pelvico giocano un ruolo importante nella nostra stabilizzazione pelvico-spinale e il Metodo Pilates è molto indicato per poterli rinforzare adeguatamente. In alcune situazioni, se questi non vengono allenati in maniera adeguata, si può ricorrere alla riabilitazione del pavimento pelvico. Questa attività è consigliata soprattutto a:

  • Donne con incontinenza urinaria.
  • Uomini e donne con problemi legati alla sessualità.
  • Situazioni di prolasso uterino.
  • Lombalgie pre- e post-gravidanza

Ci sono scuole di pensiero che applicano lo stimolo del piano pelvico in tutti gli esercizi, anche durante la quotidianità. Idealmente, questo lavoro dovrebbe essere integrato in tutti gli esercizi mediante movimenti globali del corpo, tra un esercizio e l’altro oppure, in alternativa, integrando questi esercizi nella vita quotidiana.

Questo lavoro, è indicato sia per le donne che per gli uomini ed è molto importante concentrare il lavoro nella parte addominale. Quando gli addominali si contraggono tutti contemporaneamente, comprimono fortemente la massa addominale. La si può paragonare ad una bolla di liquido.

L’addome, a questo punto, viene compresso verso l’alto contro il torace, facendo una gran espirazione, verso il basso, appoggiato contro il perineo, come nelle pratiche di espulsione.

Quando si contraggono gli addominali, si può creare un’iperpressione sul perineo, soprattutto nelle muscolature a clessidra, favorendo la riduzione del giro-vita e sul tono della zona inferiore dell’addome, degli addominali inferiori e del suolo pelvico. Questa compressione non è sempre ben sopportata, specialmente quando il piano pelvico è più fragile: durante la gravidanza, durante le settimane che seguono al parto, se la parte non ha tono ed in caso di prolassi. In tutti questi casi, il lavoro addominale sarà dannoso per il perineo se si crea una pressione verso il basso, comprimendolo.

È sempre conveniente rinforzare gli addominali prima della contrazione del piano pelvico. Il riconoscimento, l’isolamento e l’eventuale sincronizzazione del piano pelvico con gli addominali migliora con il tempo e con la pratica.

Le zone del piano pelvico

Partendo dall’esterno verso l’interno, il controllo della muscolatura pelvica si effettua, in primis, distinguendolo dai gruppi più vicini come, per esempio, gli adduttori ed il gluteo maggiore. Dall’immagine del rombo del perineo, formato per le quattro sporgenze ossee, il pube, il coccige e le due ossa ischiatiche che formano i quattro vertici di questo rombo, si stimola la zona del suolo pelvico, con contrazioni e distensioni delle parti superficiali, da destra a sinistra, dall’alto verso il basso e con contrazioni incrociate, fino ai piani muscolari più profondi.

È interessante, una volta arrivati ad un certo livello di controllo, poter effettuare questi esercizi a tappe o con contrazioni graduali, rapide ed anche asimmetriche.
Attualmente, si incentivano le future madri a familiarizzare e lavorare col piano pelvico durante tutta la gravidanza. Il lavoro di rinforzo aumenta la potenza muscolare ed anche la vascolarizzazione e, di conseguenza, la tonicità dei tessuti. Il lavoro di stretching e rilassamento aumenta la flessibilità, il alternanza alla contrazione, partecipando ugualmente alla vascolarizzazione e tonicità muscolare.

Perciò è necessario allenare il piano pelvico sia nel caso in cui non ci si sia mai approcciati a questa pratica in tutto il periodo prima, sia appena possibile dopo il parto. Se non venissero allenati, questi muscoli si manterranno deboli e poco elastici, allungando notevolmente i tempi di recupero. Dopo il parto, i muscoli del piano pelvico hanno l’abilità di recuperare la loro forma originale con la contrazione ma è necessario ricominciare ad allenarli.

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